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MEDITAZIONE SULL’ASINO

autore: Franco Primola

Il nostro oblato Franco Primola in un pellegrinaggio in Terra santa ha visto un asino:

Eravamo sul bus e stavamo attraversando il deserto del Neghev, una lunga distesa desolata apparentemente priva di vita, all’improvviso mi appare un asino, è fermo. Sembra guardare per terra come in cerca di qualcosa, non mi sembra preoccupato o spaventato, è bardato. Guardo in lontananza ma non c’è che deserto, chissà da dove viene e con chi, chissà dove va. Non c’è da bere nè da mangiare ma lui sembra non preoccuparsi.
Durante il proseguo del viaggio ho pensato spesso a quell’asino, poi ho avuto la fortuna di avere un’ora tutta per me, nel silenzio del monte delle Beatitudini, di fronte al mare di Galilea. Ho cercato di capire perché l’immagine di quell’asino mi era rimasta scolpita nel cuore e forse lì ho trovato la chiave di tutto. In quell’asinello io avevo visto incarnata la fede e l’umiltà. Fiducia in chi l’aveva condotto lì e la capacità di saper aspettare in silenzio che qualcuno richiedesse la sua opera, pronto e generoso, sempre disponibile ma non invadente, umile ma cosciente delle proprie capacità.
Mi sembrava di vedere Giuseppe svegliarlo di notte per andare con Maria a Betlemme per il censimento, caricarsi Maria ed andare di gran lena ma senza scossoni per non farle male. Poi lo vedevo vegliare e scaldare il neonato Gesù dentro la grotta a Betlemme oppure di nuovo svegliarsi di notte per andare di nascosto in Egitto. Poi lo vedevo portare sul suo dorso un Gesù ormai grande su per le strade che lo conducevano a Gerusalemme, con la folla che Lo acclamava. Poi ancora lo vedevo legato girare la mola, in silenzio, senza sbuffare, ripensando magari a quando spensierato correva per i prati con i tanti fratelli nella terra di Uz.
Ogni volta che terminava ciò che gli era stato chiesto di fare non andava a vantarsi con gli altri asini ma ritornava silenzioso nella sua stalla pronto per un nuovo servizio. Era consapevole dei suoi mezzi ma non se ne vantava. Non era superbo come il cammello oppure elegante e vanitoso come il cavallo, era piuttosto bruttino, ma nella sua umiltà sapeva compiere imprese impossibili.
Dio sa parlare al cuore dell’uomo e spesso lo fa attraverso gli ultimi, sta a noi saperlo ascoltare e collaborare con Lui a realizzare il suo grande sogno.

amministratore (2011-10-19), ultima modifica: 2011-11-04 (amministratore)
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