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Una scuola di sequela

autore: d. Edoardo Ade

Nella solennità di san Benedetto

Siamo tutti chiamati alla santità e molti fratelli e sorelle ci hanno preceduti su questa via sforzandosi di vivere nell’amicizia di Dio sino alla fine. Tuttavia, ci sono delle figure di santi che appaiono come una risposta del cielo alle domande della terra. Sono quelli che il Signore suscita direttamente e colloca a un posto determinato della vita e della testimonianza della Chiesa, così che acquistano un carattere di definitività. Il nostro padre Benedetto è di questi benedetti: un dono di Dio che accresce la nostra gratitudine!

Nel suo modo di rapportarsi al mondo, la Chiesa è certamente chiamata a inserirsi negli ordinamenti mondani per immettere al loro interno lo spirito evangelico. Ma essa è chiamata anche a essere il segno dell’assoluto di Dio in mezzo al mondo. E lo è non soltanto tramite lo stato di ritiro dal mondo costituito dai monasteri, ma soprattutto con il contenuto di quella scuola di sequela che Dio ha dato a Benedetto di fondare.

Possiamo ispirarci alle letture della Messa di oggi per conoscere il contenuto di questa scuola per il mondo odierno:

- Scuola dell’ascolto, in un mondo del telefonino e di tutte le specie di mezzi di comunicazione, in cui si parla molto, ma nessuno ascolta l’altro. Non c’è posto per l’ascolto del prossimo nel suo dramma più profondo. E il risultato è che più si moltiplicano i mezzi di comunicazione, più gli uomini sentono di essere soli, senza nessuno con cui parlare. Ciò avviene perché la nostra civiltà non sa più ascoltare Dio: nell’ascoltare Dio, infatti, si impara a raggiungere il fratello con una comunicazione essenziale e si impara a governare il mondo con prudenza sulla vie del bene.
I Lettura, Proverbi 2,1-9:
Figlio mio, se tu accoglierai le mie parole e custodirai in te i miei precetti,
tendendo il tuo orecchio alla sapienza, inclinando il tuo cuore alla prudenza…
troverai la scienza di Dio, perché il Signore dà la sapienza…
Allora comprenderai l’equità e la giustizia, la rettitudine con tutte le vie del bene.



- Scuola dell’umiltà, per un mondo affascinato dalla prepotenza di cui subisce i danni senza sapere come uscirne. La via della giustizia, che questo mondo cerca, passa per la misericordia, la bontà, la mansuetudine, la pazienza: pazienza con se stesso per trovare la via della pazienza con gli altri.
II Lettura, Colossesi 3,12:
Rivestitevi dunque, come amati di Dio, santi e diletti,
di sentimenti di misericordia, di bontà, di umiltà, di mansuetudine, di pazienza;



- Scuola del ringraziamento, per un mondo in cui non si sa più dire grazie: tutto è dovuto, si rivendica sempre. Ma colui che canta a Dio di cuore e con gratitudine salmi, inni e cantici spirituali, confessa che egli stesso è un dono di Dio e che i fratelli e le sorelle sono dono di Dio e che tutto ciò che ha o fa è dono di Dio; e impara a meravigliarsi. Il “non anteporre nulla all’opera di Dio” è una scuola del meravigliarsi.
II Lettura: Colossesi 3,16:
cantando a Dio di cuore e con gratitudine
salmi, inni e cantici spirituali.


- Scuola del “rimanere”, del “dimorare”, per un mondo sempre instabile. Il mondo cerca di portare frutto con le sue opere: quanta ingegnosità oggi! Ma tutto questo non giova a nulla se non è fatto in Dio. Solo ciò che è stato fatto con Dio passerà per il fuoco senza bruciarsi, cioè entrerà nell’eternità di Dio. Il Dio che ci ha creato vuole che portiamo molto frutto: è in questo che il Padre è glorificato. La Chiesa non può mai essere contraria al progresso dell’umanità, perché Dio non è geloso della crescita dell’uomo. Ma cresciamo tanto più quanto più diventiamo discepoli di Cristo. È ciò che insegna la Regola: “Non anteporre nulla all’amore di Cristo”!
Vangelo,: Giovanni 15,1-8:
Chi rimane in me e io in lui, fa molto frutto, perché senza di me non potete far nulla.
Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e si secca,
e poi lo raccolgono e lo gettano nel fuoco e lo bruciano…
In questo è glorificato il Padre mio
che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli.


Ecco l’attualità della vocazione dei figli e delle figlie di san Benedetto per la Chiesa e per il mondo di oggi
D. Edoardo Ade
(in Monastica 2000/3)

amministratore (2011-06-21), ultima modifica: 2011-06-21 (amministratore)
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