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In cammino fino all’incontro faccia a faccia

autore: J. Goldstain

Singolare avventura quella di cui possiamo leggere il racconto all’inizio dell’evangelo di Matteo. A dire il vero si tratta di tre manifestazioni, di tre epifanie del Cristo che la Chiesa celebra congiuntamente in questa festa d'origine orientale: la visita dei Magi, il battesimo al Giordano, le nozze di Cana.

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Di queste tre manifestazioni quella ai Magi ha prevalso nella nostra pietà e nella liturgia occidentale, poiché il ricordo di tale evento conclude felicemente il ciclo delle solennità relative alla nascita di Cristo e perché i credenti hanno dovuto oscuramente sentire che questo cammino sotto la guida della stella rispecchiava la loro storia. Questa stella che i Magi hanno seguito fino a Gerusalemme aveva brillato nel cielo pieno di stelle del loro lontano oriente; probabilmente non si distingueva dalle altre né per la sua luce né per la sua dimensione. Forse era come le altre stelle, eppure era la stella del Messia. Era una stella sconosciuta, non si era mai vista; se n'erano viste tante altre, se ne conoscevano tante! Molti videro quella stella nel cielo, pochi vi fecero attenzione. Tre soli la seguirono, eppure la sua luce risplendeva uguale per tutti. I tre lasciarono la loro patria, la loro famiglia, affrontarono un viaggio lungo e pericoloso per seguire quella piccola stella che non avevano acceso, che poteva scomparire e che forse non era altro che una stella come tante.
Partirono all'avventura come un tempo Abramo, senza sapere dove andare. E ciò che doveva accadere, accadde: la stella, la piccola stella si nascose e i Magi, i tre Magi, restarono soli, per strada, lontani dalla loro patria, lontani dalla meta del loro viaggio. Altri sarebbero ritornati indietro, ma la fede che ardeva nel loro cuore non lo permetteva.

Questo cammino non conosceva che un'unica direzione: in avanti.

Appartenevano a quei credenti di cui parla la lettera agli Ebrei, quei credenti che, lasciata la loro patria per rispondere all'appello di Dio, non saprebbero ritornarvi, poiché aspirano oscuramente a una patria migliore (cf. Eb 11,15-16).Rinnegare la stella sarebbe stato un grosso peso per la loro coscienza; grazie ad essa avevano riconosciuto l'appello di Dio, avevano cominciato a rispondervi, non potevano più ridiventare come gli altri Magi, quelli che erano rimasti nella loro terra e che non avevano voluto affrontare il rischio.

Ormai erano segnati con un marchio che li costringeva a salire sempre più in alto.

Continuarono il loro viaggio faticoso senza la stella, un viaggio lungo, in una terra sconosciuta, fino a Gerusalemme, la città santa, custode della tradizione, dove avevano qualche opportunità di ricevere nuove indicazioni. Si consultarono i libri, si trovarono altre informazioni. Per gli altri quei passi della Scrittura restarono in mezzo ad altri passi come una luce in mezzo ad altre. Erano stati i soli a seguire la stella apparsa nel lontano oriente, furono i soli a beneficiare delle indicazioni profetiche relative alla piccola borgata di Betlemme perché le profezie, come tutti i segni che Dio invia, sono sempre avvolte di ambiguità e oscurità perché possano esserne illuminati solo i cuori ben disposti, disponibili e docili al delicato tocco della grazia. (…) I Magi possono scomparire dalla scena della storia come dalla scena dell'evangelo; il mondo potrà dimenticarli, la Chiesa conserva per sempre il loro ricordo e venera in essi il lungo pellegrinaggio dell'umanità verso il suo Dio.

La loro storia è la nostra storia; è la storia del credente che risponde alla chiamata di Dio che gli giunge in mezzo alla confusione di questo mondo e che, nonostante le notti dello Spirito che deve attraversare, persevera nel suo cammino.
Dio spesso si nasconde e raramente si svela a quelli che vuole chiamare a suo servizio, giusto quel tanto per spingerli a un primo passo che dovranno proseguire, come i Magi, nell'oscurità, nella fedeltà e nella fede, fino all'incontro faccia a faccia.

J. Goldstain, Harmoniques évangéliques, pp. 39-43

Tratto da "Letture dei Giorni", ed. Piemme

amministratore (2016-01-06), ultima modifica: 2016-02-06 (amministratore)
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